PALABRA EN EL MUNDO


VI FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA “PALABRA EN EL MUNDO”



Scritta e disegnata al computer quando
aveva 9 anni
ZARINA ZARGAR (Savona)
www.famigliazargar.com
SE OGNUNO DI NOI…

Un piccolo germoglio
Pare invisibile
Dentro una foresta
Di alti cedri del Libano

E una goccia di pioggia
Che bagna la gota
D’un bimbo, s’asciuga
Con un gesto gentile

Ma tante gocce
Formano l’oceano
E tanti germogli
Una foresta pluviale

Così se ognuno di noi
Tendesse la mano
E offrisse un sorriso
Rasserenerebbe il vicino

Molte mani e sorrisi
Spontanei e offerenti
Al dono d’amicizia
Creano un oceano d’Amore

E dove c’è amore
Regna la Pace nei cuori
E su ogni angolo
Di questo nostro Pianeta
DANILA OPPIO (Legnano, MI)


Il tricolore...e i migranti...

Sono migranti...guardano indietro
dalle rive raggiunte
con lo sgomento che atterrisce...
frantumi e schegge di vita
scrocchiano sotto le scarpe.
E' sosta o permanenza? 
E' ombra alla canicola
o silenzio di anni d'attesa?
Nel prato dei cuori ondeggia
novella speranza con richiami indecisi
che cercan risposte nell'anima.
Nel loro avanzare straricco di nulla
fra spente ceneri e affetti lasciati,
scuote il brivido d'avventura
ad ascoltar l'inno di patria che accoglie.
Son 150 anni festeggiati qui nel tricolore
dove vivono cuori pieni di generosa fierezza
di chi non si piegherà mai al Fato.
Per gli eventi c'é solo un luogo
che cattura l'anima...il mare che si fonde al cielo...
la terra più lontana che accoglie gridi
di trapiantate speranze.

GENOVEFFA  POMINA (Savona)


“Poésie pour la paix”
Je suis un homme
d’une très grande sensibilité
avec un coeur immense
qui m’aide à écrire l’amour
le quotidien, la beauté,
et tous les maux qui affligent
notre tourmentée humanité.
Et je suis en peine en voyant
des personnes innocentes
qui meurent chaque jour
pour un carré de terre aride.
Assez avec la haine,
la gratuite violence
et le sourd rancoeur;
sur cette terre prostrée
on a un immense besoin
d’amour et de fraternité.
Puisse la poésie apporter
la paix dans le monde,
le respect, la civile cohabitation
et un rayon de soleil
dans les terres déchirées
ou palpable est la douleur
et avec son message
trés noble et profond
changer en beauté
les laideurs du monde.
SALVATORE D’APRANO (Canada)

“Poesia per la pace”
  

Sono un uomo                           
di elevata sensibilità
nel cui petto batte un grande cuore
che mi aiuta a scrivere 
la quotidianità, la bellezza, l’amore
e i tanti mali che affliggono
la nostra tormentata umanità.
E mi sento in pena nel vedere
tanta gente innocente
che muore giornalmente
per un lembo di arida terra.
Basta con gli odi di razza,
con la gratuita violenza
e col sordo rancore,
su questa nostra martoriata Terra
c’è un immenso bisogno
di fratellanza e amore.
Possa la poesia apportare
la pace nel mondo, il rispetto,
la fraterna convivenza
ed un raggio di sole
nelle straziate lande
ove palpabile è il dolore,
e col suo messaggio
nobile e profondo
mutare in beltà
Le brutture del mondo.
SALVATORE D’APRANO (Canada)


Il silenzio tra le note

Avvolta dalla musica e il folklore,
il mio animo s’inebria a tal sentire
e vaga all’alto monte la mia mente.

Tra gli alberi della pineta mi rifugio,
sotto lo splendore del cielo azzurrino
che tra il fogliame alto dei pini fa capolino;

ammiro il barlume che, dalla tenda
montata a due passi, si sparge
e tutto intorno è la Pace.

Guardando all’orizzonte sussulta il mio cuore,
è silenzio dintorno, tace anche il vento
e dentro me, sento crescer l’Amore.

Estatica mi appare la natura
e nell’ascolto dell’armonia melodiosa,
luce e colori m’invadono il cuore.

In quest’oblìo mi sento più forte,
sicura, erma al dolore
e non vorrei discostarmi da tanto stupore;

ora son qui, scesa dalla pineta,
in mezzo a questa festa e a questi amici,
immersa tra le note della Vita.

FLAVIA VIZZARI (Messina)


Oggi è giovedì

È ancora presto.
Si disinnesca un altro giorno
conto alla rovescia
verso il mare della tranquillità.
La luna ci aspetta
gelida e serena
nel cielo terso
che ancora sa di neve.
Mezza luna di ghiaccio
indifferente sovrana
e tutto si dipana
nella fretta incombente
in mezzo a questo niente
pieno di persone.
MABI COL (Genova)


Missioni  di pace!
Questo titolo non è uno slogan  come PACE PACE da più anni  conosciuto e urlato inutilmente in tutto il mondo ma gli rassomiglia e lo spiego.Da quell'11 settemre, ma anche prima, in tutte le aree  a rischio, in tutte quelle aree geografiche dove c'erano (e ci sono) guerriglie tribali, dove c'erano guerre dichiarate (e ci sono), dove c'erano guerre di religioni (e ci sono, anche in Italia?) l'ONU (acronimo di Organizzazione per nessuna utilità, se non quella dei propri dirigenti), s'è inventata la “Missione di pace”, composta quasi da mercenari da inviare spavaldamente in tutte quelle zone di cui sopra. Sembrava una cosa giusta, sensata, perché altri uomini andassero ad aiutare loro simili  in difficoltà, a “trovar la pace”, ovvero e intanto a non fare più la guerra, a trovare una via diplomatica, quella della parola, del consenso, questa sì con la politica attiva, con lo studio del rispetto reciproco e l'assoluto divieto di usare le armi, pena il ritiro della parola pace. Invece sta accadendo tutto il contrario e purtroppo ne vediamo e ne sopportiamo le amare conseguenze. Ma perché chiamarle “missioni di pace” quando si   va, un po' dappertutto, in territori di intere nazioni  dove da decenni, dopo la decolonizzazione “civile”, impera la guerra e nel  vero senso della parola? Bisogna dire, bisogna comunicare a lettere cubitali e a tutti i soldati, noi compresi che non lo siamo, che si  va in missione di guerra, che si  va a combattere una battaglia, forse persa in partenza , ma ci si spara e si spara contro il dio terrorismo, quello palese e quello occulto, più subdolo e che proprio di pace non ha  bisogno. Noi millantiamo una sicurezza che non abbiamo, noi comunichiamo gravissime bugie, noi, se mi è permesso, regaliamo soldi e stipendi ai nostri militari......per andare a morire e, dopo, anche, per una causa che francamente non è la nostra. Mi direte, siamo globalizzati!, bisogna donare il proprio sacrificio anche per l'ultimo cittadino di questo mondo. Giustissimo, ma se quell'ultimo cittadino vuole continuare a vivere nella sua “inciviltà” e vuole sconfiggere o distruggere i  diavoli  del  suo paese noi, popoli occidentali, cosa c'entriamo? Già! Ma, altrettanto giustamente, mio figlio mi  suggerisce che le solite potenze, una o due o tre, si stanno dando un  gran da fare perché in quelle terre c'è ancora molto petrolio et  similia e allora taccio.... ma non acconsento. Quindi e secondo il mio infimo parere, dobbiamo cancellare quella frase “missioni di pace” e sostituirla con una vera, “missioni di guerra”, così, a parte le lacrime, i dolori, i lutti e tutte le accozzaglie  parossistiche di inutili  parole e ricorrenze, avremmo avuto il coraggio di dire pane al pane e vino al vino. Bisogna, da sempre, rispettare il  prossimo tuo e penso che non sia solo un dogma cristiano ma che appartenga alla maggioranza di noi  che abitiamo la nostra civiltà e che vorremmo che tutte le altre si adeguassero alla nostra. Ma quando mai?
GAVINO PUGGIONI (Sassari)

"Inno alla pace".

Fermiamo le guerre.
Fermiamo i massacri
di vite innocenti
in nome 
di un Dio
che ci vuole fratelli
e non contendenti.
Ne abbiamo abbastanza
di 
spade e coltelli,
di sangue e duelli.
Vogliamo la pace,
non bombe all'antrace.

Vi prego, spegnete
la vostra tivù
e rimanete un'ora
senza cartoons.
Proviamo in 
quest'ora
a parlare di pace:
che sia troppo audace?
ANTONIA CASAGRANDE (Mestre, VE)


GIOVANI

unisce giovani ed anziani
la memoria del passato,
la speranza nel domani
che natura ha ricreato,
c’è nei giovani la brace
di un futuro per la pace
ELISA TERRIBILE (Savona)
PACE IN TERRA
la vita è in continuo movimento
tra l’essere e il divenire...
Io trascendo la realtà dell’immediato
per raggiungere quella di uno sognato

ELISA TERRIBILE (Savona)

LA SPERANZA

la luna è come la speranza,
illumina il cammino nelle notti buie,
con l’eclissi come nelle guerre
scompare, ma come questa riappare,
ed il cammino torna ancora a illuminare
ELISA TERRIBILE (Savona)


Pace!
Pensi che
 “Pace” sia una vuota parola?
Un quadro, un cerchio?
Un’astratta idea sola?
Uno slogan già vecchio?
Una stupida fissazione?
Un inganno politico?
Una pazza visione?
Un concetto teorico?
Una pura utopia?

Penso che
 “Pace” sia un fatto di magia!
Una grande femmina umile,
Madre dolce eppur sì forte
Dell’Uomo più venerabile
Che ebbe la divina sorte
Di dir “Pace” in qualsiasi via,
Di essere colmo di pietà
Per tutta la gente smarrita
E di condurre l’umanità
Ad amare l’altrui e la propria vita.

Penso che
Dopo aver la Pace creata,
Creò le Sue opere di magia:
 Una regina nell’arnia è nata
Fra la neve spunta la violetta,
Un bimbo ti guarda, sorridente.
Le ali in aria la colomba getta,
Un angelo dall’alto ci sente
E augura: “Pace con te sia!”
Alle creature deboli e alle destre. 
Seguiamo Quel Buono e Sagace
Che ci offre la Terrestre
 E la celeste Pace.
JANETTE MACIASZEK (Vado Ligure, SV)

Pace parola tanto usata
abusata persino "violentata"
Da tutti invocata
ma spesso profanata.
In suo nome si usurpano terre
si combattono guerre.
Si soggiogano popoli
persino negli opposti poli.
Le fabbriche e i mercanti d'armi
s'arricchiscono a piene mani
e non s'intravvede la tregua neppure nel domani.
Pace inseguita da tutti gli uomini di buona volontà
agognata in ogni epoca e civiltà 
ma che rimane ancora un sogno congelato dalla realtà.
Come "combattere" per la pace in ogni frangente?
Solo cambiando mentalità alla gente!
Abbassando il livello di cupidigia
e condividendo le risorse senza ingordigia.
In ogni luogo e in ogni ambiente
praticata dal più umile al più abbiente.
Sventolando meno bandiere
ma abolendo più barriere
Diffondendo pace in ogni dove e luogo
avendo inciso nel cuore il suo logo.
Evidenziando nel quotidiano
quel poco di lato umano.

Concentrandoci meno sull'Io
tendendo le braccia verso il nostro vicino.
E traducendo i buoni proponimenti in fattive azioni
raccoglieremo il frutto delle agognate trasformazioni.
Prescindendo dagli schemi mentali
trasformeremo le diversità in ricchezze immateriali
Sforzandoci pure di compiere piccoli gesti
con costanza e senza clamore
con quell'unico ingrediente che sgorga dal cuore
e che ci affratella in un mondo di pace e di auspicato amore.
Solo allora la parola pace acquisterà il suo autentico significato

da proteggere da amare e da urlarlo a perdifiato! 
Ma poiché tutto è impermanente
la pace è un bene assai prezioso che va protetto costantemente.
Non costruito sulla sabbia ma su una solida roccia
che come un tenace fiore anche sul terreno impervio sboccia!

GIULIA ALTAMURA (Savona)


PENA DI MORTE

Cade la pioggia
silenziosa
tra gli ultimi
battiti
concessi
al mio cuore,
ultimi respiri,
ultimi sguardi...
Sogni smarriti
lacrime sprecate
parole sorde
passato lontano
imperdonabile colpa
giustizia
crudele
senza pietà...
Condannato
a morte
dannato
alla sedia elettrica,
all'iniezione letale
condannato
e cancellato
dalle vite umane,
dimenticato dal mondo,
disprezzato dalla società...
Nell’aria
profumo
di rassegnazione
mentre oscillano
foglie
gialline, rosse, marroni…
Nell'impeto bianco
delle nuvole
al vento
il soffio
di una vita
che spira...
Me ne sono andato
come una foglia,
nel vento.
Non ci sono più.
Ora
faccio parte
del respiro
del tempo
mentre voi
laggiù
inconsapevoli
indifferenti
continuate a vivere
schiavi
di chissà quale
destino.
SAMINA ZARGAR (Savona)
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IN QUESTO MONDO NO!
Petali di fiori
dolci
teneri
sorridenti
innocenti
stelle degli occhi
futuro delle nazioni
motivo dell’esistenza
sono stati
mutilati
molestati
frustati
Sono privi di caste
religioni
razze
colori
lingue
cittadini del mondo
L’egoismo dell’uomo
ha strappato via l’infanzia
a chi giocando nel prato
è colpito dalle mine
senza gambe
senza braccia
o cacciato via dalla casa
nel fango e nella polvere
sotto la pioggia od il sole
in marcia
verso una terra estranea
gli occhi vuoti
le mani tese a raccogliere
una manciata di riso - una caramella
e nascosto sotto il braccio
un giocattolo di peluche
unico compagno a consolare
Scene di crudeltà
massacri
spari
bombe
fuoco
urla - pianti
Poi un lungo silenzio...

L’uomo ha dimenticato che anche lui
era un bambino!
ZAHOOR AHMAD ZARGAR (Savona)
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STRANIERO

Scacciato dalla mia terra
a piedi scalzi
sono venuto a bussare
al tuo paese
così splendente di luci
dalle strade ordinate e pulite.
Ho desiderato anch’io
- triste peccato -
le scarpe ed una casa ricca
lucida di mobili.
Ma la madre di Cristo
è mia madre
anch’ella scacciata
da ogni locanda del mondo,
di paglia e fieno
è ancora il mio letto
mentre, sotto le coperte
e sottili lenzuola,
riposa il tuo morbido corpo
bianco.
Eppure fino allo sterminato orizzonte
giungeva la mia terra.
Alberi giganteschi
stormivano al sole
intorno al grande fiume
buono
e nella prateria galoppavano
mandrie di animali
abbastanza per calmare la fame.
Ora non è più la mia terra.
Altri mi hanno preso tutto
coi fucili
ed hanno usato la mia donna
illudendola con brillanti
cocci di bottiglia.
Poi il padrone ha chiuso le sue frontiere
ed ancora e ancora
sono gettato su carrette
di navi affastellato ed
affondato.
No, non avranno cibo
né giochi i miei figli
dagli occhi scuri
né medicine a salvarli
dal male.
Non giocheranno sulle strade
ordinate e pulite del tuo paese
e non esiste luogo
dove possano stare.
Non è loro diritto la vita,
la gioia, l’amore…
Ahi! Sento l’acqua scorrere
gorgogliante,
i pesci guizzare tra
lame di luce
e le ombre fresche
delle grotte di foglie
verdi
là, nel mio Paradiso,
dove camminavo felice
a piedi nudi.
 RENATA RUSCA ZARGAR (Savona)
www.zacem.org